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Le rubriche

Le mostre

Pensare come una montagna
Dopo i primi due cicli di eventi realizzati nel 2024, la GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo coinvolgerà anche nel 2025 in modo attivo le comunità del territorio provinciale grazie alla partecipazione di artiste e artisti internazionali con la sua biennale d’arte “Pensare come una montagna”, che ha assunto il nome di “Il Biennale delle Orobie”: un evento che si tiene non “ogni due anni”, ma “per due anni” e che non accade “in un luogo”, ma “con un luogo”, realizzando progetti nati dall’incontro tra artisti internazionali e comunità locali su una scala non “la più grande possibile”, ma sostenibile e variabile in relazione alla portata di ogni singolo contesto.
Sotto la direzione artistica di Lorenzo Giusti, anche nel 2025 il programma biennale diffuso della GAMeC presenterà una ricca serie di progetti artistici sul territorio della Provincia di Bergamo, organizzata in tre cicli di eventi – che saranno inaugurati rispettivamente l’8 febbraio, il 7 giugno e il 4 ottobre.
Per informazioni sul programma e sugli eventi programmati, consultare il sito gamec.it

Miniartextil 33 - “l’arte come preghiera”
Como: Ex Chiesa di San Pietro in Atrio - Spazio Natta - Basilica di San Fedele
Fino al 9 febbraio 2025

In ben tre luoghi del centro di Como si svolge la trentatreesima edizione di Miniartextil 33, la prestigiosa mostra internazionale dedicata alla fiber art contemporanea.
Tema di questa edizione “L’arte come preghiera”, per offrire agli artisti l’opportunità di tradurre la propria preghiera interiore in arte, promuovendo un dialogo universale tra creatività e spiritualità.
L'ex Chiesa romanica di San Pietro in Atrio, oggi trasformata da Comune di Como in uno spazio espositivo, è ancora una volta il fulcro della esposizione, che vede al centro della navata i minitessili, vale a dire 54 opere di piccole dimensioni, accuratamente selezionate tra quelle inviate da 130 artisti provenienti da 27 diverse nazioni dalla giuria, composta dalla presidente Giulia Crivelli, Sergio Gaddi e Kimiyasu Kato. Nelle navate laterali e nell’abside sono presenti nove installazioni di grandi dimensioni realizzati da artisti nati o residenti da svariati anni in Italia.
Nelle due sale espositive dello Spazio Natta (in Via Natta 18) si può visitare la Mostra/Installazione di due giovani artisti residenti in Svizzera (DuoX Valeria Melodia Boisco) e negli Stati Uniti (Tyrone Brown-Osborne)
Nella Basilica di San Fedele, infine, sono esposte 8 fotografie della Chiesa del fotografo comasco Carlo Pozzoni con dettagli spesso sfuggenti agli occhi dei visitatori valorizzando gli elementi decorativi e la bellezza dei cambiamenti di luce.
Numerose, come sempre, le iniziative collaterali, con laboratori per bambini, incontri culturali e, al Cinema Astra, proiezioni cinematografiche a cura da Francesca Gamba.
Per maggiori informazioni consultare il sito www.miniartextil.it

Il cavallo, il Mazzocchio e il volto del maestro. Disegni milanesi di Leonardo da Vinci e Francesco Melzi
Museo Leonardo 3 – Piazza della Scala – Milano
Fino al 15 febbraio 2025

Un raffinato studio di cavallo per il monumento equestre a Francesco Sforza realizzato da Leonardo da Vinci nel 1490 c. (F 263 inf. 91) e un particolareggiato progetto per la realizzazione di un modello tridimensionale di mazzocchio (1510 c.; Codice Atlantico, f. 710 a-b), accanto a un ritratto di profilo del Maestro, raramente esposto al pubblico, realizzato tra il 1515 e il 1518 da Francesco Melzi (F 263 inf. 1 bis), provenienti dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana, sono al centro della mostra del Museo Leonardo3, accanto alle oltre 200 macchine interattive in 3D e ricostruzioni fisiche funzionanti – quasi tutte mai realizzate prima – ricreate dall’analisi dei manoscritti originali del Maestro toscano.
La mostra è anche l’occasione per dedicare un focus al “mazzocchio”, una proiezione prospettica molto complessa, il cui disegno composto da 32 sezioni ottagonali è custodito nel Codice Atlantico in cui Leonardo suggerisce anche un metodo per costruirne una versione in piombo calcolando il numero dei pezzi necessari, ben 512. Accanto al disegno originale di Leonardo, il Museo espone per la prima volta anche una versione in metallo dell’oggetto, realizzato dal team di studiosi del Centro Studi Leonardo3.

Gallerie a Palazzo 2024

Gallerie a Palazzo è l’Opening annuale delle sei gallerie che a Milano hanno sede in Palazzo Cicogna (Corso Monforte 2), noto al mondo dell’arte perché qui aveva il suo studio Lucio Fontana.
Le sei gallerie sono collegate da silenziosi cortili e, negli orari di apertura, pubblico e collezionisti potranno ammirare le meraviglie in esse contenute ed anche acquistarle, guidati dagli esperti del settore.
Sono opere di pittura, scultura, grafica, lavori che vanno dall’antico al contemporaneo storicizzato e persino armature giapponesi.
Queste le sei Gallerie presenti:
Salomon Fine Art (fino al 30 gennaio 2025) presenta due mostre legate ad artisti completamente diversi. Dedicata a Paul Gauguin è ”Inspirational Journey TAHITI” con un ciclo di silografie realizzate dall’artista durante il suo primo viaggio a Tahiti tra il 1892 e il 1893. Di Marzio Tamer sono presenti dodici nuovi dipinti ispirati alla natura faunistica e paesaggistica americana.
La Galleria Studio Gariboldi (fino al 28 gennaio 2025) presenta la personale dell’artista giapponese “Aiko Miyawaki. Sculpture 1966-1969” con 12 sculture in ottone di varie dimensioni, uniche nel panorama artistico degli anni Sessanta. Le sculture dell’artista sono presenti in diversi musei nel mondo.
Giuseppe Piva Japanese Art (fino al 20 dicembre 2024) nella mostra “Dettagli. L’eleganza negli Accessori dei Samurai” considera l’arte e la raffinatezza dietro le armi e le armature dei leggendari guerrieri giapponesi.
Martelli Fine Art in collaborazione con NP Art Lab con la mostra “Forma/Colore: Benevelli, Consagra, Dorazio” presenta le opere di pittura e scultura di questi tre artisti.
Salamon & C nella mostra “Tesori d’Italia. Capolavori dichiarati di Interesse Nazionale” pone esclusivamente opere vincolate dallo Stato. Tra queste spicca la Madonna col Bambino di Filippo Lippi (1406-1469). Le opere vincolate vengono vendute a prezzi inferiori a quelli di mercato e sono per lo più acquistate da collezionisti.
Longari Arte Milano (fino al 31 gennaio 2025) con “Il tassello mancante. Un mosaico del barocco romano” presenta un eccezionale frammento seicentesco e una selezione di sculture coeve in terracotta. A queste vanno ad aggiungersi il dipinto lombardo di Ritratto di nobildonna del secondo quarto del XVII secolo e per la scultura il busto raffigurante Gian Gastone de’Medici.
G.T.V.      

Zurigo – Museo Rietberg – 2 mostre
Ragamala. Dipinti per tutti i sensi (fino al 19 gennaio 2025)
In Dialogo con il Benin (fino al 16 febbraio 2025)

A Zurigo, inserito in un grande parco, vera oasi bucolica, si trova il Museo Rietberg, uno dei più importanti della città e ben noto per proporre importanti mostre d’arte e di cultura legate ai continenti extra europei. Da Asia, Africa, America, Oceania provengono le varie opere a dimostrazione di come il filo rosso dell’arte possa e debba parlare a tutto il mondo.
Attualmente ne sono in corso due, una proveniente dall’India – Ragamala. Dipinti per tutti i sensi – l’altra dall’Africa– Dialogo con il Benin - regno collocato un tempo nell’attuale Nigeria. 
I Ragamala a partire dal XV secolo rappresentano una particolare forma di pittura in miniatura indiana che mette in stretto rapporto immagini, poesia e musica. I raga, considerati come ghirlande di melodie, devono suscitare diversi stati d’animo nello spettatore. Il suono accostato ad un particolare dipinto può suscitare il sentimento della nostalgia o esaltare l’eleganza di un pavone in un giardino, come un profumo può accostarsi ad un albero in fiore.
Un tempo i regali committenti nelle loro sontuose dimore circondati da prelibatezze culinarie, bevande e raffinati profumi, unitamente ai loro ospiti ammiravano queste opere d’arte in miniatura e contemporaneamente ascoltavano musiche e versi. In questa mostra sono presenti cinquanta dipinti e per l’occasione sono state incise le nuove registrazioni di trenta raga in collaborazione con la musicista Tara Kini e sono stati creati nuovi profumi dagli esperti di fragranze Bharti Lalwani e Nicolas Roth.
Accompagna la mostra l’omonima pubblicazione: Ragamala-dipinti per tutti i sensi.
La mostra - In Dialogo con il Benin: arte, colonialismo, restituzione – illustra il passato, il presente e il futuro del patrimonio culturale del regno del Benin. Il dramma del paese ebbe inizio nel 1897 quando l’esercito britannico conquistò il regno, ridusse in macerie il palazzo reale, mandò in esilio il sovrano Ovonramwen e si impadronì della maggior parte degli oggetti preziosi. In mostra, oltre a dare rilevanza alle opere d’arte - preziose sculture in avorio o in bronzo, o realizzate con placche in ottone e lavorate a rilievo – come la Placca in ottone con rilievo raffigurante Oba Ozolua Ama - viene anche affrontato il tema del saccheggio subito dalle stesse da parte della potenza coloniale britannica con la dispersione e la vendita sul mercato internazionale. Per molte di queste opere viene ora considerata anche la questione della restituzione. Catalogo: Scheidegger & Spiess
Per informazioni: rietberg.ch I @museumrietberg
(G.T.V.) 

BAJ. baj chezbaj
Milano – Palazzo Reale
Fino al 9 febbraio 2025

Palazzo Reale nella sala delle Cariatidi dedica a Enrico Baj, nel centenario della nascita, un’ampia retrospettiva che ripercorre tutti i temi e i soggetti che hanno caratterizzato il suo poliedrico percorso artistico abitato da fantastiche e surreali visioni.
Enrico Baj (Milano 1924 - Vergiate 2003) è considerato uno dei maggiori esponenti della neoavanguardia italiana e internazionale. Partendo dal dadaismo e dal surrealismo è approdato all’arte informale fino a fondare nel 1951 il Movimento Nucleare. Uomo coltissimo fu legato ai più importanti artisti del suo tempo, tra cui Lucio Fontana, Piero Manzoni e Marcel Duchamp, e scrittori come Italo Calvino e Umberto Eco. Spinto da grande impegno sociale e politico, con atteggiamento ironico e dissacrante ha denunciato le più negative forme del potere, ha irriso il conformismo borghese, ha condannato il dramma delle guerre nel mondo, ha guardato con sospetto l’arrivo della intelligenza artificiale.
Nell’esecuzione delle sue opere ha sempre sperimentato nuovi materiali e tecniche diverse, utilizzando anche bottoni, stoffe, passamanerie, ninnoli con ben appropriati significati.
L’allestimento della mostra, curato da Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj, moglie dell’artista, è suddiviso in dieci sezioni tematiche e comprende circa cinquanta opere. Precede la mostra nella sala del Lucernario la ricostruzione scenografica dell’Apocalisse, ove in un polittico di quasi 100mq., idealmente ispirato al Giudizio Universale michelangiolesco, si muovono figure immaginarie e fantascientifiche e demoni urlanti che si arrampicano fino al soffitto.
Tra le opere che seguono nella Sala delle Cariatidi, dopo le Opere Nucleari, gli Ultracorpi, le Parate, si trova la scenografica ed emozionante rappresentazione de I funerali dell’anarchico Pinelli (1972) le cui figure dipinte e scolpite sembrano dialogare con le grottesche caricature dei Generali. Seguono le otto sculture della serie Meccano, i Mobili, gli Specchi, le Dame.
Contemporaneamente alla esposizione milanese è stata aperta anche a Savona presso il Museo della Ceramica e al Museo Diffuso Albisola di Albissola Marina una mostra dedicata alle opere ceramiche di Baj.
Il catalogo unico delle mostre è edito da Electa.
Info e prenotazioni: ticketone.it – www.palazzorealemilano.it
(G.T.V.)

Picasso lo straniero
Milano, Palazzo Reale
Fino al 2 febbraio 2025

La mostra, nata dall’idea originale di Annie Cohen-Solal autrice del libro “Picasso. Una vita da straniero” presenta più di 90 opere dell’artista, di cui più di 40 esposte per la prima volta in Italia, oltre a fotografie, lettere, video e documenti rinvenuti negli archivi della polizia parigina.
Il percorso espositivo procede in ordine cronologico dal 1900 al 1973 e accosta le opere ai diversi e difficili momenti della triste condizione, ben poco conosciuta, di Picasso esule e straniero in terra di Francia.
Pablo Picasso, nato a Malaga in Spagna nel 1881, arriva per la prima volta giovanissimo a Parigi nel 1900 e nel 1901 per errore viene schedato come anarchico e sottoposto a sorveglianza speciale. Nel 1904 si stabilisce a Parigi ma non gli viene concessa la cittadinanza francese. Nei primi tempi a Parigi accolto dal gruppo dei catalani lavora moltissimo raffigurando con colori violenti e ampi tocchi di rosso personaggi che vivono nei bassifondi della città, nei caffè e nelle stradine di Montmartre.
Guardato sempre con sospetto come straniero e uomo di sinistra, in una Parigi che esalta la purezza della nazione e il buon gusto francese, nonostante il timore di essere espulso in qualsiasi momento Picasso si muove forte della sua arte e della sua ricerca fino ad affermarsi come leader dell’avanguardia cubista.
È del 1921 il dipinto La lettura della lettera, ove l’artista si rappresenta accanto ad un amico quasi a sottolineare quanto siano importanti per lui esule e straniero i legami di amicizia costruiti negli anni. Qui l’amico potrebbe essere il poeta Guillaume Apollinaire o il poeta Max Jacob o George Braque.
Nel 1929 il Louvre gli rifiuta la donazione de Les Damoiselles d’Avignon (1906-1907) opera già apprezzata in tutto il mondo.
Nel 1937, durante la guerra civile in Spagna realizza Guernica, considerata manifesto universale della resistenza antifascista. L’opera per volontà dello stesso Picasso fu esposta a Milano nel 1953 nella Sala delle Cariatidi sventrata dai bombardamenti.
Nel 1940, nell’imminenza dell’invasione nazista in Francia, sentendosi in pericolo, inoltra domanda di naturalizzazione ma gli viene rifiutata.
Nell’ottobre 1944 aderisce al partito comunista francese e con l’appoggio di influenti amici riesce ad imporre anche in Francia la propria notorietà già all’apice in tutto il mondo.
Nel 1955 Picasso lascia Parigi per stabilirsi definitivamente in Provenza, nel Sud della Francia ove decide di lavorare con gli artigiani del posto e si dedica in particolare ad opere di ceramica.
Negli anni Sessanta la Francia intende conferirgli sia la cittadinanza sia la Legion d’onore, ma le rifiuterà entrambe.
La mostra – Catalogo Marsilio Editore - è prodotta da Palazzo Reale e Marsilio Arte in collaborazione con il Musée National Picasso-Paris, il Palais de la Porte Dorée e Magnelli Musée de la céramique di Vallauris.
Per info e prenotazioni: www.palazzorealemilano.it  -  www.marsiliorte.it
Per visite guidate: info@adartem.it
(G.T.V.)  

MUNCH. Il grido interiore
Milano, Palazzo Reale
Fino al 26 gennaio 2025

Palazzo Reale, a quarant’anni dall’ultima mostra a Milano, celebra Edvard Munch (Norvegia 1863-1944) con una retrospettiva che attraverso 100 opere ne mette in luce il percorso umano e artistico.
L’anima complessa del grande artista norvegese emerge da un’intima lettura delle opere grafiche, degli oli più intimi, dei ritratti e dei paesaggi. La sua tormentata vita è stata segnata da sensi di solitudine, malinconia, morte già dall’infanzia per la morte di tubercolosi della madre prima e poi della sorella e successivamente per la depressione e morte del padre, ed anche per le sue infelici relazioni amorose.
A livello mondiale Munch è conosciuto quasi esclusivamente per l’Urlo, tela di grandissimo effetto emotivo ed immediato, ma in tutta la sua produzione l’artista attraverso le sue esperienze emotive e sensoriali, la sperimentazione di tecniche nuove e l’audace uso del colore ha interpretato il tormento e l’inquietudine dell’essere umano a livello universale.
Munch dopo i suoi studi iniziali con il naturalista norvegese Christian Krohg si recò a Parigi ove assorbì le influenze impressioniste e post impressioniste di Cézanne, Gauguin e Van Gogh. Successivamente in Germania contribuì alla formazione della Secessione Berlinese. Compì anche vari viaggi in Italia attratto dall’arte di Raffaello e dei grandi artisti rinascimentali. Dopo aver vissuto gran parte della sua vita all’estero, vittima anche di alcoolismo e di ricovero in una clinica privata, ormai quarantacinquenne tornò in Norvegia ove continuò con le sue ricerche sperimentali e lavorò ai giganteschi dipinti murali che decorano la Sala dei Festival dell’Università di Oslo.
Munch è stato uno dei principali artisti simbolisti del XIX secolo ed è considerato un precursore dell’Espressionismo e persino delle Avanguardie del XX secolo. Tra le opere presenti in mostra citiamo: Malinconia (1891), L’urlo (1895), La morte nella stanza della malata (1893), Ponte di Rialto a Venezia (1926), Le ragazze sul ponte (1927) Autoritratto tra il letto e l’orologio (1940-1943).
La mostra è promossa da Comune di Milano-Cultura con il patrocinio del Ministero della Cultura e della Reale Ambasciata di Norvegia e prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia, in collaborazione con il Museo Munch di Oslo. Catalogo: MUNCH
Orari visite: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica ore 10-19.30; giovedì ore 10-22.30
Per info e prenotazioni: 02.8929921 – www.palazzorealemilano.it
(G.T.V.)